Il pane di Monte Sant’Angelo
La riserva naturale del Gargano, custodita nello sperone di Italia, è uno scrigno che racchiude incommensurabili tesori. Fra questi non figurano solo il patrimonio naturalistico e le architetture, ma anche gli antichi saperi e le tradizioni culinarie e gastronomiche. Un esempio caratteristico ne è il pane di Monte Sant’Angelo.
La fisionomia del pane di Monte Sant’Angelo
Da secoli oramai questa cittadina pugliese con maestria e pazienza lavora questo prodotto. Mani sapienti e delicate infatti impastano le grandi forme che solitamente si aggirano su un diametro di 80 centimetri e arrivano anche a pesare un paio di chili. In antichità infatti le pagnotte venivano agganciate e lasciate esposte fuori dalle botteghe. Essendo un prodotto impastato con estrema attenzione, si mantiene fresco per diversi giorni dopo la sua cottura.
Gli ingredienti presenti nella ricetta
La preparazione originale prevede l’utilizzo della farina di grano tenero di tipo “0” che viene poi unita con il sale, l’acqua e il lievito naturale. Quest’ultimo nel dialetto locale viene chiamato “lu crescente”. Ci sono però anche delle altre versioni che prevedono l’aggiunta delle patate lesse, che rendono la consistenza finale più morbida. Dopo averlo impastato, il composto viene lasciato a lievitare in dei tipici cassoni in legno. Infine la cottura nella maniera tradizionale è completata dentro il forno alimentato a legna.