La via Micaelica. La religiosità da Roma a Monte Sant’Angelo
La via Micaelica da Roma a Monte Sant’Angelo è un’importante tappa di avvicinamento a Gerusalemme sulle tracce del culto e dell’antichissimo pellegrinaggio dell’arcangelo Michele. Ha infatti come meta il santuario micaelico di Monte Sant’Angelo, “locus terribilis” legato ad antichissimi culti, meta di pellegrinaggi sin dall’età longobarda, avamposto del mondo latino contro i domini bizantini e tappa obbligata per chi aveva come meta Siponto, antico porto di imbarco per le coste del vicino oriente e per i Luoghi Sacri di Gerusalemme.
Le tappe nel dettaglio della via Micaelica
L’itinerario, individuato nel 2002 e successivamente costantemente aggiornato e monitorato dall’associazione Iubilantes di Como, prende le mosse dalla Basilica di San Pietro a Roma e in 17 giorni permette di raggiungere la meta, compiendo circa 450 km. Tocca luoghi densi di storia che riportano alle origini del mondo cristiano, come le catacombe romane di San Sebastiano, o che rinviano alla cristianità medioevale, come l’abbazia di Casamari o quella di Montecassino. Non a caso, un grande San Michele campeggia inciso sulla Porta San Sebastiano e sul tessuto delle Mura Aureliane, punto di avvio del percorso micaelico.
Lungo la via, la figura di San Michele Arcangelo – l’angelo dell’Apocalisse, pesatore delle anime e vincitore del demonio, affascinante sovrapposizione di cristianesimo e paganesimo, custode dei tratturi e dei pastori – accompagna il camminatore: ne sono segno antiche dedicazioni di chiese, toponimi ricorrenti, targhe commemorative, piccoli santuari rupestri, quasi sempre legati anche ad un culto antico delle acque. Il percorso è dunque davvero una “Via Micaelica” punteggiata da una miriade di antichi santuari legati al culto di Michele arcangelo, fino alla tappa finale, il suggestivo santuario sul Gargano.